Negli articoli precedenti abbiamo già parlato dei dispositivi di protezione individuale, dell’antincendio, dell’importanza della cartellonistica di avvertimento e della necessità di essere sempre formati sui rischi. Tutti questi argomenti sono dei tasselli che vanno a creare un puzzle più grande, quello della sicurezza sul lavoro.
Sin da quando esiste l’industria, il discorso della sicurezza sui luoghi di lavoro è sempre stato un argomento cruciale negli ambienti nei quali si svolgono le mansioni lavorative.
Il concetto moderno di sicurezza sul lavoro nasce con la Rivoluzione Industriale e scaturisce nella promozione del primo regolamento generale in materia di prevenzione infortuni emanato nel 1899 ad esclusivo beneficio della classe operaia, così definita: “Coloro che a macchine mosse da agenti inanimati prestano la loro opera”. Gli obiettivi della normativa del tempo erano di natura principalmente oggettiva e tecnologica, in considerazione della natura degli infortuni più frequenti, e con lo scopo di rimuovere le condizioni di pericolo dagli ambienti di lavoro, andando ad intervenire sulle strumentazioni, sugli apparecchi e sulle linee produttive industriali.
Col tempo, l’evoluzione tecnologica e quella normativa, imposero via via sempre maggiori forme di tutela e consentirono di sviluppare risorse tecniche più efficienti e sicure, con il risultato che la natura stessa della tipologia di infortuni si modificò significativamente.
In Italia una piccola rivoluzione in campo normativo si ebbe con il Decreto Legislativo 626 del 1994, che trasferì l’attenzione degli operatori su rischi di natura più soggettiva, finalizzando le misure agli aspetti della prevenzione ed alle responsabilità dei soggetti tenuti a rispettarle. Questa rivoluzione, legislativa e culturale, si completò il 9 aprile del 2008, quando fu approvato il Decreto Legislativo 81, (anche Testo Unico Sicurezza) che abroga definitivamente buona parte della normativa precedentemente in vigore (tra cui anche la legge 626/94 ed i due decreti presidenziali degli anni ’50), mantenendo invece vive le normative Antincendio, disciplinate dal D.M del 10 marzo 1998 e la disciplina delle misure in materia di radiazioni ionizzanti (D.Lgs 230/1995). Questo testo si presenta come un complesso organico di norme che individua per ogni attività, sia pubblica che privata, un modello organizzativo e dei percorsi omogenei da seguire per raggiungere lo scopo della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il decreto 81/2008, ha l’obiettivo di conferire nuovo slancio agli aspetti della prevenzione e in particolare della formazione, trasferendo il modello autorizzativo precedentemente in vigore ad un concetto più moderno di modello “auto-valutativo” con la logica conseguenza di incentivare meccanismi preventivi e prevenzionali in ogni ambiente di lavoro, dal meno strutturato al più complesso. In questa nuova ottica l’importanza dei corsi di formazione qualificati assume un ruolo sempre più importante e imprescindibile. Ogni lavoratore diventa perciò parte integrante sia della propria sicurezza, sia di quella dei suoi colleghi e sia di quella dell’azienda in toto.
Come già accennato, la formazione e l’informazione riguardo i rischi, sono un punto cardine del testo unico. Il datore di lavoro deve provvedere affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione sia di carattere generale sia con riguardo ai rischi specifici relativi all’attività che svolge all’interno dell’azienda. Questa formazione deve essere svolta da soggetti qualificati e riconosciuti. Aziende come Ovrema estintori svolgono regolarmente corsi di formazione su molti aspetti della sicurezza sul lavoro, come ad esempio l’antincendio.
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